domenica 2 dicembre 2012

Gita al faro (fra storie ed un mare d'inverno)


 A volte lo sguardo può incontrare delle storie scritte dove meno se lo aspetta, come accade, ne parlavamo, quando ascolti davvero una canzone, ed entri nel suo testo, nella storia che ti sta raccontando. Così è per quelle narrazioni piccole, libere, estemporanee, che si incontrano a volte camminando. Avete mai letto fermandovi a pensarle le scritte di un muro della metro, di una panchina, di palo alla fermata della corriera? Che siate in una città o in un paesino, in questi non luoghi si trovano queste tracce volontarie di passaggio, scritte, incisioni, ricordi: magari spesso guardate con il rammarico di vedere un qualcosa di comune non più lindo e vuoto. Eppure ora sembra presentari con un pezzo nuovo di vita, una piccola storia. Questi pensieri sono nati pochi giorni fa, in una passeggiata vicino ad un faro poco noto, un faro come lo sono tanti, solo, forse, diverso nella forma dello stereotipo comune, un faro ampio di un giallo lieve, in un giorno di mare dai molti grigi, che a riguardarli ora nelle fotografie sembrano molto più azzurri. Pietra dopo pietra ecco che senza accorgertene ci giri intorno. Ed ecco, l'occhio, carico di pensieri destinati a storie lontane, si posa su queste storie vicine. Si posa perchè la prima che legge colpisce chiunque abbia a che fare ogni giorno con i libri, ed è questa

Notte
mentre mi volto e mi rigiro
viene il mattino
sui miei capelli arruffati
li divido con le dita
come intracciare una fune
e mi domando:
ti rivedrò?
… leggere lo stesso libro e
mi riempio i polmoni
a volte chiudo gli occhi
del suo odore, il semplice
annusare quel libro,
scorrere le dita tra le pagine
per me è un'emozione.

Forse sono già particolari le frasi di un faro, dice giustamente qualcuno, perchè ad un faro vai con una disposizione d'animo diversa..
A questo pensiero notturno seguono frasi, promesse, dichiarazioni d'amore e solitudine. Se alcuni anni fa i muri si riempivano di Io e te tre metri sopra il cielo, ora si riempiono di frasi tratte da A te di Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, e danno la cifra di un modo diverso di concepire l'amore, forse.
"A te che sei l'unica al mondo 
l'unica ragione per arrivare fino in fondo
ad ogni mio respiro "
 "A te che Sei. Semplicemente Sei. Sostanza dei sogni miei."
 Frasi che sono parte di una canzone molto più incentrata sulla costruzione di un amore che su un vivere l'attimo veloce.
Seguono poi Solo per te dei Negramaro e una di Vasco, manifesti di amori dedicati e coperti di salsedine.
A dimostrare come quello spazio di muro sia inteso quasi come una pagina vi si possono leggere dediche come questa:
 Il faro è uno spazio intimo probabilmente, è vero, quanto è intimo sentirsi in quel confine fra la terra e il mare e il cielo, dove lo sguardo si perde. E' in quegli spazi sospesi che nascono pensieri dedicati.
 Di quel luogo potreste trovare un rullino intero di fotografie, colpisce la promessa a se stessa di una ragazza delle superiori, la promessa di reagire, di amare se stessa, di mettere quelle parole a manifesto per non potersi più nascondere da loro.

Fatto il giro intorno al faro, prima di riprendere la via della terra ferma l'occhio sfiora ancora delle parole, fra queste rimane negli occhi un pezzo di muro a parlare della vita,

dopo averlo letto gli occhi si spostano, tornano ai loro pensieri, alle loro intime immaginarie scritte, a perdersi nei grigiazzurri del mare.


Nessun commento:

Posta un commento