Rosso Tiziano? Rosso, fermati, semaforo rosso, questo racconta la sua prima pagina. Rosso Tiziano e voi vi trovate la foto di un semaforo, possibile? … è nuovo questo albo, appena arrivato in libreria, e, dite la verità: vi ha invitato dalla copertina con un volto di donna. Bene, siete caduti nel tranello, vi ha invitato per raccontarvi come il mondo vada gustato, annusato, visto: vissuto. Rosso da annusare, rosso da ascoltare, rosso da toccare, giocare… ma in tutto questo chi era Tiziano vi chiede?
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E infine inizia lo sterminato elenco dei rossi che Tiziano ha raccontato: mostrati, letti, colti in dettagli, avvicinati gli uni agli altri come tessere di un mosaico. "Tiziano però sapeva una cosa: per gustare appieno un colore è bene metterlo in mezzo agli altri. Come la nota di una musica."
E allora non siamo più solo in un libro d'arte che racconta alla fine i diversi tipi di rosso e li elenca e li fotografa, non siamo solo nella vita di Tiziano, siamo in un qualcosa che va al di là.
Siamo nella sua visione della vita, fatta del guardare un qualcosa per quello che è, diverso da qualsiasi altra cosa, e regalargli lo stupore che merita, e allo stesso tempo per sapere che va combinato e vissuto per avere quel valore. Come una cosa bella, se vissuta davvero.
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Allora, quella che all'inizio era una domanda, un punto di domanda sullo sfondo rugoso e vibrante di un muro, diventa in chiusura la pura immagine di un punto esclamativo su un drappo.
Sono rossi, lo sfondo è grigio. Sta a voi mettere in quell'esclamazione i suoni, gli odori, i sensi che un colore può solo suggerire.
Sta a voi guardarlo davvero, a voi metterci la bellezza.
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