martedì 16 luglio 2013

Rosso Tiziano


Rosso Tiziano? Rosso, fermati, semaforo rosso, questo racconta la sua prima pagina. Rosso Tiziano e voi vi trovate la foto di un semaforo, possibile? … è nuovo questo albo, appena arrivato in libreria, e, dite la verità: vi ha invitato dalla copertina con un volto di donna. Bene, siete caduti nel tranello, vi ha invitato per raccontarvi come il mondo vada gustato, annusato, visto: vissuto. Rosso da annusare, rosso da ascoltare, rosso da toccare, giocare… ma in tutto questo chi era Tiziano vi chiede? 
Tiziano, racconta Daria Tonzig in questo libro di Artebambini, era un pittore che amava i colori, "amava i verdi, fragorosi e profumati, e li mischiava coi gialli e i rossi, amava gli azzurri lontani, leggeri e pietrosi…" e cos' continuafra gialli allegri e sereni e gialli selvaggi e pelosi fino a giochi di luce, i bianchi, elencati e mostrati, ed i meri, che " conosceva lucenti, potenti e misteriosi, ma anche neri piccoli profondi e pensosi. Qual'è l'arte profonda di questo libro? L'attenzione a mostrarvi il dettaglio inascoltato. Prendete il nero: i neri piccoli, profondi e pensosi, sono quelli di una pupilla che naviga in occhi azzurro verdi, che sembra ti guardino dentro, di cui solo uno è mostrato. Poi la camera si allarga, il volto cambia, diviene inte
ro, ha occhi scuri, indagatori, si parla di luci e di ombre.
E infine inizia lo sterminato elenco dei rossi che Tiziano ha raccontato: mostrati, letti, colti in dettagli, avvicinati gli uni agli altri come tessere di un mosaico. "Tiziano però sapeva una cosa: per gustare appieno un colore è bene metterlo in mezzo agli altri. Come la nota di una musica." 
E allora non siamo più solo in un libro d'arte che racconta alla fine i diversi tipi di rosso e li elenca e li fotografa, non siamo solo nella vita di Tiziano, siamo in un qualcosa che va al di là. 
 Siamo nella sua visione della vita, fatta del guardare un qualcosa per quello che è, diverso da qualsiasi altra cosa, e regalargli lo stupore che merita, e allo stesso tempo per sapere che va combinato e vissuto per avere quel valore. Come una cosa bella, se vissuta davvero. 
Guardi quel qualcosa, un colore, un particolare, il riflesso dei capelli o di uno sguardo e solo se ne senti tutto quello che contiene, se ti racconta quella nota di musica, lo stai vivendo davvero. Così si parte dal riflettere su tutto questo anche da bambini, con quel punto fermo che ci riguarda e citiamo spesso della Pacovska, quando scrisse che "gli illustrati sono la prima galleria d'arte del bambino, e con quella frase citata eppure ancora attuale della letteratura per adulti, quando un idiota sostiene che "La bellezza salverà il mondo". Con tutto quello di per nulla buonista e di profondamente rivoluzionario che può sottendere, con tutto l'impegno che richiede.
Allora, quella che all'inizio era una domanda, un punto di domanda sullo sfondo rugoso e vibrante di un muro, diventa in chiusura la pura immagine di un punto esclamativo su un drappo.
Sono rossi, lo sfondo è grigio. Sta a voi mettere in quell'esclamazione i suoni, gli odori, i sensi che un colore può solo suggerire. 
Sta a voi guardarlo davvero, a voi metterci la bellezza. 

lunedì 8 luglio 2013

Guardare, guardarsi, davvero

A volte riconosci degli occhi che ti guardano davvero, come se in te sapessero leggere tempeste e armonie.
Un bambino mi ha mostrato pochi giorni fa che chi è capace di guardare davvero sa distinguere l'unico fiore importante fra tutti, che sia su una stoffa o su un prato, come riconoscere una cosa bella nell'infinità di possibilità che ti presenta la vita. Poi puoi decidere di coglierla o di rimanere a guardarla di lontano, sapendo che in quel prato rimarrà comunque e sarà bella comunque e che a te è stata data la straordinaria possibilità di vederla. Non importa poi come vadano le cose.

Sono gli occhi di qualcuno che ti guarda e ti fa sentire di esistere, qualcuno che anche se provi a scomparire saprà cercarti.
A Dana Reinhardt non importa definire se sia un amico o un amore, lo scoprirete forse alla fine, ma è prima di tutto un incontro, che dura il tempo di un girarsi intorno e di una fuga, di uno zaino fatto, di un pezzo d'estate. Il tempo dell'imparare a volare: staccarsi dalle proprie resistenze, guardare negli occhi di un'altro e specchiarvisi. Come un tuffo in un'acqua sconosciuta. Il giorno in cui imparai a volare (Mondadori, Contemporanea) è un tuffo, un respiro sospeso, un salto verso un luogo forma ignoto come racconta la copertina di Ottavia Bruno. Un'acqua che si lega a una leggenda, che ha un potere, sia anche solo quello di aver fatto incontrare i due personaggi, aver fatto in modo che i loro occhi si riconoscessero.

Come accade nel tuffo de Il Nuotatore, il ragazzo uscito dal doppio sguardo di Paolo Cognetti e Mara Cerri che si muove fra le pagine di un nuovo Orecchio Acerbo.
Si muove nella profondità questo ragazzo, dove due sguardi si incontrano per guardarsi davvero, non ci è dato sapere a chi appartengano gli occhi che incrocia, si intuisce che possano essere quelli dello scrittore, adulto, che guarda il ragazzo che si muove sulla pagina, dopo essere uscito dai suoi pensieri. 
Eccoli gli occhi che si incrociano: <<”Hai ancora paura?” –gli domandai –“Hai ancora paura?” –rispose lui”>>. Un albo per giovani-adulti e per adulti-giovani che parla di coscienza di sé, di autenticità; lascia intuire che il nostro doppio siamo ancora noi stessi, e che il non incontrarlo ci risparmia la paura ma ci rende soli. Un libro che ti colpisce alla prima occhiata furtiva, ti stupisce alla seconda lettura, ti fa smarrire tra le sue risonanze alla terza, e non ti abbandona più quando leggi nelle ultime due pagine –racconto nel racconto- di come Paolo e Mara ne sono emersi.
E ritorni in uno sguardo, tanto da sentirti ospite, non voyeur. Come se in questo privato carteggio che racconta tu possa sapere solo una parte dell'emozione di quel guardarsi, ma quella sia un'emozione che a te, lettore, è regalata, perché tu possa essere parte di tutto questo. L'intimità dell'amicizia è poi cosa altra, ma quel carteggio suona come essere parte in un segreto. Un segreto che racconta che quando ti guardi davvero possono accadere cose che hanno dentro l'incanto.

venerdì 5 luglio 2013

D'estate libri all'ombra di un albero...



Estate,
tempo di mare, di prati, di ombre d'albero.
è ricca come vi auguriamo
con bambine ridenti che corrono a piedi nudi,
con treni da prendere,
 con spiagge magiche e oceani straordinari.

Geografie del fantastico per perdervi nelle rotte della vostra estate.



Qui per portarvela in tasca: portolano.
Qui sotto per leggerla on line.