lunedì 14 maggio 2018

Raccontare per voi

A volte  momenti di silenzio servono per ragionare. Fermarsi. Ripartire.
Chiedersi la direzione del proprio lavoro.
Amarlo nuovamente.
Sentire come risuonava nel lavoro di altri.
Capire cosa ha un senso.

Offrire il nostro lavoro ci ha fatto più volte interrogare in un mondo che ha pochi scrupoli anche su come difenderlo. Difenderlo nel senso di darlo in mano a persone che lo usino con cura, con rispetto, che capiscono le realtà piccole che siamo e quanto sia frutto di energie messe insieme per fare qualcosa di bello.
Che è bellissimo, perché è raccontare per voi le cose belle che ci sono nel mondo dell'immaginario.
Quindi continuiamo, nonostante l'uso poco corretto fatto da molti, a pubblicarlo qui per voi, e a darvi degli assaggi, ogni tanto.

Eccovi Librai Ragazzi e Libri di questo mese.

Grazie a Liber che ci accompagna nell'avventura della sua diffusione, presenza silenziosa, e a Andersen che ogni mese ospita un assaggio e rimanda qui i suoi lettori, le nostre parole hanno un senso più bello vicine a gruppi di critici qualificati con occhi diversi e simili ai nostri.

Grazie a voi, che avete atteso pazienti,
cito Louise Bourgeois in Ninna Nanna di Stoffa
"Il ragno non si arrabbia se rovinano la sua tela, riprende il lavoro e la ripara".
Buoni sguardi a libri e avventure su equilibri di tele di ragno


Vera e Il Coordinamento delle Librerie per Ragazzi

ps. vi  ricordiamo che l'uso di queste pagine è legato a questa licenza https://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/3.0/it/deed.it

martedì 20 febbraio 2018

Senza parole eppure...

Leggere libri senza parole, dopo Bosch vi raccontiamo tre opere il cui impatto di narrazione visiva scuote il lettore, lo rende protagonista nella propria autonarrazione, smuove sentimenti e suggestioni

Piccola volpe nel bosco magico è un silent book che intenerisce e sorprende pagina dopo pagina: il lettore sarà guidato da una narrazione per immagini chiara e lineare che non lascia nulla al caso. I disegni sono estremamente deliziosi e ricchi di particolari da osservare – da notare sono le espressioni molto curate di ogni volto –. La storia è semplice: durante una gita al parco, una bimba viene derubata della sua inseparabile volpe di pezza. Ed è proprio una volpe vera l’autrice di questa azione. Aiutata da un gentile compagno di scuola, la ragazzina inizia un lungo inseguimento che si le svela un incantevole luogo abitato da moltissimi animali. Riuscirà, in quel bosco magico, a ritrovare la
sua volpe di pezza e a confrontarsi con la piccola ladra?
(dai sei  anni)
Qui il sito dell'illustratrice su volete dare uno sguardo a tutto il suo lavoro: vai al sito

Vacanze
Poesia, stupore, fantasia. Questo è quello che un eclettico francese innamorato della serigrafia e dell’illustrazione degli anni’60, al secolo Bernard Granger, riesce a creare nei suoi albi. L’immagine, caratterizzata da un illusionismo ottico continuo, è assoluta protagonista, non servono parole in questo intreccio caleidoscopico che racconta la storia delle vacanze estive di una bimba con il nonno: i giochi, le avventure e l’arrivo di un ospite particolare. Dopo due anni di lavoro nasce un’opera di altissimo livello dentro la quale ciascuno può leggere la sua storia.
(dai 7 anni)
Una intervista all'autore di Hamelin che consigliamo uscita qualche tempo fa: vai all'intervista

Lucenera
Lo splendido graphic novel di Barbara Baldi si svolge nella contea anglosassone di Nottingham in pieno Ottocento e ha per protagonista Clara, giovane musicista ed ereditiera di una tenuta caduta in un triste declino. Nelle tavole dell’autrice, al suo esordio dopo una lunga carriera da colorista, sembrano rivivere Monet, Vermeer e Friedrich: Lucenera ha una grafica potentissima, il colore è
un elemento vivido e dialogante che sorregge una storia che affronta il tema dell’abbandono e della rinascita.
Un’opera particolarmente indicata per i ragazzi che stanno vivendo la complicata età adolescenziale, poiché sprona il lettore a non perdere mai la speranza in ciò che di sorprendente può accadere nel futuro.
(dai 13 anni)
Se vi intriga il suo lavoro ecco una bella intervista su fumettologica : entra nello studio di Barbara baldi

Per perdervi in questi mondi,  boschi, campagne, giardini, vi aspettiamo in libreria.

domenica 4 febbraio 2018

Bosch, la forza di un immaginario

Fra le cose che conservo lasciatemi da Gianna e Roberto c'è questo quadro.
Lascio le parole di un altro collega a raccontare la meraviglia di questo nuovo libro, mi cullo al pensiero di quanto si sarebbero divertiti, Gianna che adorava i cercatrova, Roberto a guardarla arrabbiarsi, entrambi a seguire una storia che ha fatto del particolare la sua forza.
Vi lascio a Bosch, la forza di un immaginario, il nostro libro del mese.


Difficile ricorrere alla definizione di silent book per un libro così eloquente. Certo si tratta di una storia narrata per immagini, senza parole, ma la narrazione è tutt’altro che sussurrata: al contrario, si presenta con grande forza e ricchezza di contenuti sin dalle prime pagine.
Ancora una volta un libro splendido, capace di arricchire l’immaginario dei bambini attraverso una storia forte, attraverso i temi dell’amicizia, della paura, a tratti della violenza ma sempre nel segno dell’avventura, rischia, però, di avere negli adulti il maggior ostacolo per raggiungere i destinatari
finali: alla prova sul campo, proprio l’uso di un linguaggio così ricco, con immagini che indulgono sulla mostruosità dei personaggi, spaventano molto di più i genitori che i bambini; possiamo affermarlo con sicurezza, perché a distanza di più di un mese dall’uscita, le copie che sono arrivate in mano ai giovani lettori hanno saputo conquistarne la partecipazione e la meraviglia.
Conviene pertanto partire dall’inizio: avevamo conosciuto Thé Tjong-Khing attraverso due albi senza parole, pure pubblicati da Beisler, ovvero Tortintavola e Tortinfuga; chi abbia avuto modo di avvicinare la tecnica narrativa di questo artista e autore, sa che la trama procede per piani narrativi paralleli, e che ogni elemento della pagina va osservato, perché tornerà utile in qualche momento della storia. Con Bosch però Tjong-Khing ha portato ancora più avanti il suo stile, legandolo al grande pittore Hieronymus Bosch, che operò tra la fine del Quattrocento e i primi anni del Cinquecento: un connubio tra una tecnica narrativa e un immaginario potentissimo, che l’autore ha saputo maneggiare e rielaborare con grandissima maestria.

Tutto il tormento dell’uomo tardo-medievale nordeuropeo, fatto di tentazioni incarnate in esseri mostruosi, in questo albo sitrasformano nei pericoli di un’avventura fantastica, in cui il giovane bambino protagonista, caduto in un dirupo e precipitato in un mondo abitato da mostri, ambienti e oggetti estranei al nostro, dovrà affrontare senza paura tanto l’aggressività di taluni quanto gli inganni di altri. Sempre pronto a darsi da fare per aiutare i personaggi cui la draghessa cattiva ha rapito i figli per prepararne una pozione magica, il nostro piccolo eroe non si rende conto di essere proprio l’ultimo ingrediente mancante…
Vorremmo invitare tutti coloro che si accosteranno al libro a giocare con i vari piani narrativi che fanno procedere la vicenda, organizzati in modo sincronico sulla stessa pagina e in modo diacronico tra una pagina e l’altra: forse un problema per gli amanti della lettura lineare, frutto di un approccio testo-centrico all’oggetto libro, laddove invece procedere continuamente avanti e indietro tra le pagine, per recuperare dettagli, particolari e indizi, rappresenta un esercizio di lettura all’insegna della scoperta e dell’osservazione.

Passi doppi, quasi un ballo

Il coordinamento fa un passo doppio, quello di ripensare le sue pagine qui, la sua cadenza, il suo modo di raccontare, e quello di unirsi a una pagina facebook.Non troverete più la selezione intera, ma troverete nel corso del mese dei post con
molto di più, a raccontarvi i libri che potete trovare nelle nostre librerie, e le cose che in ogni libreria organizziamo.
Un raccontare nuovo, che proveremo a fare con le mani piene della polvera degli scatoloni, come diceva Roberto Denti, e gli occhi pieni di storie, nuove, perché ne escono di meravigliose e abbiamo la fortuna di essere i primi a vederle, vecchie perchè come diceva Roberto, la storia è vecchia, ma il bambino è nuovo.
Benvenuti in questi passi allora, seguiteci nel bosco.

E in omaggio a Gianna e Roberto, per inaugurare questo tentativo di nuovo cammino, quello che è sempre stato il libro di Roberto, raccontato da quel magico pifferaio di Hamelin che è Gek Tessaro, uscito per Lapis Edizioni, curiosi? andate a vederne il video su raiscuola:

http://www.raiscuola.rai.it/articoli/pinocchio-riscritto-e-illustrato-da-gek-tessaro/39532/default.aspx

venerdì 26 gennaio 2018

Un inno alla libertà

Rosmarino è una fata a tutti gli effetti: ha una bacchetta magica, un vestito pulito e ben cucito e uno splendido cappello a punta. Rosmarino però si annoia, vorrebbe andare sui pattini a rotelle o a fare un giro in barca ma è vietato dal regolamento delle fate! Allora che fare? Molto meglio essere una strega!
La madre pensa che questo sia un capriccio e la sfida ad andarsene, ad abbandonare il castello e tutti i suoi comfort per vivere dove dimorano le streghe: un luogo sporco, cupo e impervio. Rosmarino parte con il suo cappello (non più a punta) e scopre che il bosco, perché questo è il luogo “tremendo”, è in realtà un’esplosione di colore, caotico vibrante di vita, di corse, di ginocchia sbucciate e di risate sguaiate.
La madre di Rosmarino, spinta dalla curiosità e dal desiderio di rivederla, parte e trova una Rosmarino felice, a cui dà la sua benedizione, come in ogni fiaba che si rispetti. Ma Rosmarino sottolinea la sua identità affermando in modo perentorio:
Io non sono una strega, io sono Rosmarino, e se voglio divento una strega, e se non voglio posso anche tornare fata: e allora con la mia scopa vengo al castello a trovare te e le zie…”
Rosmarino è un inno alla libertà, al desiderio di essere se stessi, anche se questo implica dover fare scelte radicali. Rosmarino si ribella perché per crescere e per trovare la sua identità ha bisogno di rompere gli schemi, di fare il contrario di quello che le dice la madre per poi, una volta affrontato il viaggio, magari tornare al punto di partenza ma in modo nuovo, con indosso i propri panni, che siano da strega o da fata poco importa, l’importante è che siano di Rosmarino, come dimostra il cappello con il pon-pon che porta con tanto orgoglio.

Carll Cneut rimette mano alla storia di Brigitte Minne, pubblicata per la prima volta in Belgio vent’anni fa, ammorbidendo i tratti ed inserendo l’elemento naturale, divenuto un suo tratto caratteristico, in un tripudio di rigoglio e bellezza. Il rimando visivo con le tonalità calde alla copertina di un altro albo, La Voliera d’oro, ricongiunge anche idealmente le due bambine protagoniste nel loro essere fuori dagli schemi.