lunedì 15 settembre 2014

le notti chiare erano tutte un'alba

Le notti chiare erano tutte un'alba


Sacrario di Redipuglia.
Il cielo plumbeo è dello stesso colore della pietra sferzata dalla pioggia. Sono pochi gli ombrelli che si inerpicano su per la scalinata fino alle tre croci lassù in alto. Mi fermo ad osservare i nomi della prima fila: quasi 2700 nomi, per lo più di soldati, in ordine alfabetico, tutti raccolti sotto gli enormi PRESENTE assegnato loro dalla retorica del regime fascista. A molti manca il cognome, oppure il nome, ad alcuni rimangono solo le prime o le ultime lettere di uno dei due, o di tutti e due. Sono centomila, sotto queste pietre, ai quali sono da aggiungere i sessantamila soldati senza nome sepolti nelle due cappelle in cima alla scalinata. Eppure la grandiosità del luogo non riesce a trasmettermi l’enormità 
del dolore e della sofferenza legate alla guerra.
Era più toccante il piccolo cimitero di Aquileia, dietro la basilica, fatto tutto di corone di alloro di ottone stilizzate, alcune ripulite da qualche parente pietoso, qualcuna corredata di foto, qualche altra decorata con fiori. Poche le tombe personalizzate, tutti gli altri sepolti secondo una sorta di democrazia della morte, sotto gli stessi simboli, la stessa stele.

Sono mesi ormai che leggo romanzi vecchi e nuovi sulla Grande Guerra. Ognuno di essi mette in luce un elemento, una caratteristica di questa guerra, la prima della modernità tecnologica. Il mio interesse è nato in ottobre dell'anno scorso, quando un forum inglese dedicato agli insegnanti ha cominciato a postare documenti sulla Grande Guerra. I romanzi per ragazzi (Morpurgo, La guerra del soldato Pace, oppure War Horse) e soprattutto i poeti di guerra, vengono utilizzati come strumento interdisciplinare: la tematica consente di parlare di storia, ma anche di fare lezioni di letteratura, di grammatica, di poetica. Le risorse sono infinite: spettacoli teatrali, letture di romanzi disponibili sul sito della BBC, un sito della Oxford University espressamente dedicato a tutto ciò che riguarda la Grande Guerra, i testi di tutte le poesie disponibili online, anche quelle dei nostri poeti, tradotte in inglese.Il link al podcast della BBC di Private Peaceful (La guerra del soldato Pace) e' questo . Il sito della Oxford University dedicato alla Prima guerra mondiale e alla poesia è questo.
Monte San Michele. Tira un vento forte, che fa stormire le foglie. La pietra è bianca, la parete è verticale, e alla sua base ci sono tre grandi bocche aperte, i buchi delle cannoniere. Passano degli uomini con il casco giallo, nella galleria, ma al museo non c’è nessuno, è chiuso per ferie dalla fine di luglio alla fine di agosto. I cartelli messi nel 2005 sono macchiati, pasticciati, strappati. Qualche freccia di indicazione ti manda alla cima 4, al valloncello dell’albero isolato, al posto di osservazione, da cui si vede quasi Trieste, di sicuro il Carso triestino, il monte Hermada, i monti attorno a Gorizia.
Qui Ungaretti ha scritto alcune delle sue poesie più toccanti sulla guerra. Ma Ungaretti non è il solo poeta ad aver parlato di guerra, come si evince dalla bella antologia curata da Andrea Cortellessa, Le notti chiare erano tutte un'alba, Bruno Mondadori. 
Wilfred Owen
Sigfrid Sassoon
Ripenso ai poeti inglesi, la storia della profonda amicizia che legò Sigfrid Sassoon e Wilfred Owen, l'uno un poeta già affermato, l'altro giovane autore di Anthem for Doomed Youth, testo che viene cantato nel War Requiem di Britten. 

La loro storia viene raccontata in continuazione, perché emblematica: Sassoon nel 1917 scrisse una lettera vibrante di indignazione alla Camera dei Comuni per l'incapacità degli alti comandi e l'assurdità del massacro di giovani soldati in Francia e Belgio. Da ufficiale dell'Esercito appena rientrato dal fronte per una leggera ferita, insignito di una decorazione al merito, venne inviato in un ospedale psichiatrico, in attesa di verificare se fosse necessario nei suoi confronti un processo per diserzione. 
Sono gli stessi nevrocomi raccontati da John Boyne in Resta dove sei e poi vai, Rizzoli, dove venivano ricoverati i soldati afflitti da shell shock. Ma anche gli stessi in cui si ritrovarono Carlo Carrà, Giorgio De Chirico, Alberto Savinio, dando vita alla Metafisica. Un'esperienza, quella della guerra e dei soldati, che provocò profondi mutamenti nel modo di intendere la malattia mentale, come racconta il libro di Annacarla Valeriano, Ammalò di testa, pubblicato da Donzelli.




Monfalcone. Parco tematico della Grande Guerra. Ci si aspetta un punto di informazioni, ma non c’è nulla. Una galleria sotto la ferrovia, che fu attraversata dalla nostra fanteria in rotta, e poi il sentiero che si inerpica per il monte. Un cartello ti avvisa che si potrebbero ancora ritrovare proiettili o altro materiale e prescrive attenzione. Un nuovo temporale avanza e comincia a piovere. Seguiamo le indicazioni per la trincea Joffre, e dopo un quarto d’ora di cammino tranquillo cominciamo ad intravedere dei corrimano di legno. La trincea si apre sotto di noi. Scendiamo. Si passa uno per volta. Lungo la parete rivolta al nemico piccoli stalli di pietra erano probabilmente punti appoggio di sedili di legno. Ogni tanto si apre il punto di vedetta, con la feritoia. Attorno ora, come al Monte San Michele, è ricresciuto il bosco, e non si vede nulla, ma Mario Rigoni Stern, in Storia di Tönle ci racconta la devastazione dell'ambiente dell'Altipiano di Asiago: i boschi distrutti dalle bombe, dalle mitragliatrici, dalle cannonate, i pascoli resi gialli dalle bombe chimiche all'iprite, le contrade completamente rase al suolo. Basta riguardare le vecchie fotografie per vedere un Carso molto diverso da quello di oggi, una Kobarid (Caporetto) che non è circondata da foreste di conifere come ora.
Paolo Rumiz, nei DVD “La Grande Guerra” prodotti da la Repubblica, esordisce dicendo “Non puoi capire se cammini eretto dove loro si sono mossi strisciando, se indossi scarpe asciutte e vestiti puliti. Non puoi”. Ma sotto la pioggia sempre più violenta le mie spalle sono ormai fradice, i miei capelli bagnati, e non c’è riparo. E cerco di immaginare quegli uomini di cento anni fa, sotto la pioggia, con il
freddo, sempre gli stessi vestiti addosso, seduti in attesa del proprio turno di vedetta, o del rancio che arrivava dalle retrovie. Quasi tutti i romanzi per ragazzi raccontano questa vita, fatta di fango, di pidocchi, di poco spazio e poco riposo: La notte in cui la guerra si fermò, di James Riordan, L'ultima alba di guerra di Paul Dowswell, War Horse e La guerra del soldato Pace di Michael Morpurgo. E pensavo che invece nella narrativa italiana, se si esclude Cecilia va alla guerra di Lia Levi, Piemme, che però parla di guerra solo di riflesso, bisogna rivolgersi a Emilio Lussu, Un anno sull'altipiano, per avere un racconto che anche i ragazzi possono leggere. Eppure le nostre montagne, e il Carso, sono costellate di trincee, di prime, seconde e terze linee difensive.

Kobarid, Caporetto. Finalmente un museo bellissimo, pieno di fotografie, di cimeli, di ricostruzioni della nostra disfatta, un video di 20 minuti trasmesso in almeno cinque lingue, un bookshop con testi in più lingue. Il tempo è sempre impietoso, quasi una metafora di una memoria dolente, un grigio cupo e basso chiude la vallata, si respira aria di alta montagna, e la Slovenia è piena di boschi. In alto sopra la città un altro sacrario edificato dal fascismo quando Caporetto era ancora italiana. Ancora i PRESENTE per tutti i soldati che vi sono sepolti. Al museo tanta gente, tante lingue diverse, tanti genitori che cercano di spiegare ai loro bambini un pezzo di storia, tanti bambini che fanno domande, si chiedono e chiedono: come? Perché? E noi ci stiamo preparando per rispondere, senza riempire loro la testa di date, offensive, ripiegamenti e vittorie costate milioni di morti su tutti I fronti?

G.P.



lunedì 1 settembre 2014

Mantova 2014




A Mantova mercoledì 3 settembre 2014 
inizia la XVIII edizione del Festivaletteratura, 
e diventa maggiorenne 
con tantissimi appuntamenti:  
in 5 giorni si potranno incontrare 397 ospiti in centinaia di eventi. 

Tra gli autori per i ragazzi, Elvira Lindo, popolare autrice della saga di Manolito Gafotas, e i francesi Pef e Bernard Friot. Tra i premiati Andersen : Luigi Ballerini, Annalisa Strada e Assia PetricelliIL POZZO DELLE MERAVIGLIE di Giuseppe Pitrè (ma non aspettatevi l'autore tra gli ospiti). E poi Matteo Corradini, Fabrizio Silei, Andrea Molesini e tanti ancora.
Se volete potete consultare tutti gli eventi che trovate nel sito del Festival qui: il programma

Un'occasione ghiotta per incontrare i vostri scrittori preferiti, o quelli che si avvicinano di più, per poter parlare di libri e di storie, di idee e soprattutto per respirare un'atmosfera unica e magica.    


 
Se cercate bene troverete anche il COORDINAMENTO delle Librerie per Ragazzi, cioè noi!

Non solo perché nel programma è coinvolta Vera Salton (Il treno di Bogotà), che sarà lettrice e presentatrice durante Festivaletteratura 2014, ma troverate tra il pubblico Gianna Vitali (fondatrice della Libreria dei ragazzi di Milano), ospite attenta. In più stroverete anche i libri che abbiamo selezionato, attraverso il nostro
lavoro mensile, grazie alla presenza di un tavolo nel bookshop del festival  con una selezione di libri usciti nel 2014. La Libreria.Coop Nautilus di Mantova è infatti una delle prime librerie ad aver creduto al COORDINAMENTO, grazie agli sforzi, sempre con il sorriso, di Carla Bernini, Simonetta Bitasi e Benedetta Andrigo che hanno sempre fatto sentire la loro voce nel gruppo: leggendo, recensendo, cnsigliando, vendendo e ascoltando.