domenica 25 dicembre 2016

Natale, piccolo regalo rimasto sotto l'albero

Sono gli ultimi minuti del giorno di Natale, e in realtà queste righe sono state iniziate negli ultimi minuti della vigilia. Giorni accumulati di consigli, di ascolto, di racconti. Giorni in cui dalla libreria velocemente escono tutti i libri in cui e a cui, come fossero amici, in questo Natale hai deciso di credere, la tua forma personale di proselitismo, quel diffondere piccole bellezze perchè vadano a scaldare altre storie, fatte di vite vere, mescolata all'ascolto .
Sì, hai meno via vai del centro commerciale e sì a volte hai l'impressione più che durante l'anno che vada messo il cartello di Lucy con i tuoi Charlie Brown, The doctor is in, e sì, il tempo è risicato e devi arrivare alla storia giusta, una storia che senti, tanto da passarla come se scivolasse dentro a chi la racconti. La risposta va da un "e poi?" a un "non mi dica altro".

Poi ci sono storie che rimangono nel tuo personale cassetto, non consigli tanto, centellini,  ami una storia al punto da farla divenire qualcosa di intimo. E quasi ti senti un po' in colpa a averla risparmiata così, ed ecco allora, questo è il mio regalo di Natale. Lo è scriverne, per una antica promessa, ed è il libro che io stessa per pudore non ho regalato.
Il dono dei magi per me è il libro di Natale, di questo e di quelli passati, oltre la religione, oltre le simbologie pagane, i babbi natale, oltre ad ogni costruzione di credo comune: solo lei, lui, e quel significato unico del condividere, del con-vivere, del sentirsi parte l'uno della vita dell'altro, del capirsi.
Consigliare questo racconto di William Sidney Porter, in arte O. Henry, significa per forza raccontare un amore potente, che rinuncia all'essere prezioso di uno, al preservarsi, e lo fa per l'altro. Per questa forza non è sempre possibile fermarsi a consigliarlo in libreria, ci vuole il momento giusto. Ma quando lo racconti va a segno.

Per ognuno di noi un libro ha un sapore simile e differente al contempo, basta guardare come un illustratore diverso lo affronta. Prendete questo, illustratori e illustratrici con tecniche, vissuti, colori, hanno creato modi di intendere la storia che sono straordinari per varietà e assonanze, da Lisbeth Zwerger a Ofra Omit, dai film in bianco e nero a Sonja Danowki, dal teatro al fumetto. Il dieci gennaio, data bella, del 1905 veniva pubblicato questo racconto di Henry.
Nella mia infanzia ebbi la fortuna di una voce di donna che mi leggeva tutta questa bellezza come uno dei significati giusti, puliti, sinceri del Natale, e dell'amare in generale.
Ho visto due maestri amatissimi essere capaci nelle disgrazie e nelle bellezze della vita scambiarsi pettini per capelli cortissimi e catene di parole, camminando fra archi immaginari di pale e picconi.
Ho guardato l'oggi pensando alla fortuna di chi ama, di chi rischia, di chi dona, di chi condivide.
Condividere quando si fa entrare in uno spazio intimo, in un abbraccio, nel segreto delle paure; donare quando si dona quell'attenzione che Henry mette nell'agire dei suoi amanti, ricordare la cosa più importante, come anche le piccole, le cure segrete di chi ti conosce. Rischiare, persino nel dono, e magari trovarsi in mano qualcosa che all'apparenza non ha più il suo valore, eppure non raccoglie capelli ma affetto, non assicura alla catenella un orologio ma un tempo sublime dell'amare, un tempo di cura e di un lasciare che l'altro si prenda cura. Non sappiamo se Della e Jack rimarranno insieme ma per quel Natale Henry racconta un gioco di occhi, di riconoscersi, di sapersi che resta dentro.
Dentro resta quel Sapersi, leggero e vivo e giocoso come un fruscio di scoiattoli, resta un fiorire di bosco, resta una voce, ingredienti di una intimità differente per ognuno.
Se avrete tempo ora che il caos del Natale è passato cercate questo libro, chiedetevi quali sono le intimità dei molti tipi di amore che vi regala, usatelo per nominare la bellezza che avete conosciuto o che incontrerete. Smarritevi se necessario, chiudete il libro e rimanete persi, cercare di nuovo la strada, forse si presenterà come un pettine o una catenella a cui credevate di non avere nulla da attaccare, prendete quel nulla e guardatelo con altri occhi, c'è sempre tantissimo dentro.

v.s.

p.s. Sempre per antica promessa mi si chiese che ci fosse sempre una musica filologicamente adatta, questo incanto è del 1905 l'anno di questo racconto, Silent Night si è sentita fin troppe volte, ma datevi una possibilità, questa limpidezza immaga. Poi sì, direbbe lei, aggiungetevi un blues che gli fosse quasi contemporaneo ;)

giovedì 3 novembre 2016

Novembre, coi passi danza di un autunno

Novembre.
Prendete questa selezione come una passeggiata nel bosco, fra gli alberi e i colori più diversi.
Eccola, la passeggiata inizia per mano a qualcuno di amato, in un continuo gioco di occhi, di modi di camminare insieme, di foglie d’autunno che si mischiano per colori nel turbinio dei passi e del vento, Chiedimi cosa mi piace, passi bambini e passi adulti, passi di papà e di bambina.
Una giornata
normale con qualcosa di straordinario come un tempo dedicato, quella che ci raccontano Bernard Waber e Susy Lee, con la piacevolezza dello stare insieme, dello scoprire, del parlare insieme, del guardarsi negli occhi in mezzo alla moltitudine.
Il piccolo amore cullato nella meraviglia di stare insieme, in questo libro di Terre di Mezzo i passi danzano, i sorrisi che si aprono pieni, ricchi di una bellezza pulita.

E si di passi qui ce ne sono tanti, teneteli stretti come le passeggiate bambine, stretti come i ricordi dei profumi del bosco, stretti come i consigli di chi vi guida da lontano, vedrete, ci sono libri che sorrideranno come chi sa, chi vi conosce, chi ha voglia di accompagnare i vostri passi in questo bosco.

venerdì 14 ottobre 2016

Autunno, e stagioni di conserve

È ricominciato un autunno denso di nuovi arrivi e dei frutti dell’estate. I frutti sono quella cosa che a fine estate per conservare metti in pentola, sobbolli, curi nel loro metterli lentamente sullo scaffale delle scorte per un inverno che accompagni di marmellate di storie.

Ed ecco sugli scaffali ricompare giusto a proposito un grande libro di Polly Horvath, che Mondadori pubblicò alcuni anni fa e che ci ripropone ora Piemme: La stagione delle conserve, ed è bello veder tornare con una bella copertina  Ratchet e le sue quasi zie straordinariamente matte, alla prese con una estate di conserve e di storie, misteriose, segrete, a volte macabre. Fra i profumi di mirtillo Polly Horvath guida i sensi in mezzo alle storie, ai personaggi, alle forze e dolezze umane, un po’ come già era accaduto con quella piccola perla che è La vita è una crepes, anche questo ora fuori catalogo.
 

E per parlare di conserve abbiamo un barattolo speciale, il nostro libro del mese è L’albero delle bugie di Frances Hardinge, Mondadori , un libro dalla storia intensa, fortissima, che lega insieme una scrittura veramente alta di una bellezza intensa, raccontando religione, scienza, confidenze e bugie, e la vita di chi si ribella a quello che è un mondo che sostiene che le donne abbiano un cervello più piccolo degli uomini, di chi come Faith che vive nell’Inghilterra Vittoriana dividendosi fra quelle che sono le aspettative del mondo sul suo essere femmina e la sua passione per la scienza, etichettata come cosa da uomini. Un libro che insegna insieme fantasia e coraggio.
 

E poi una marmellata che forse farà discutere, forse sarà difficile, ma lo abbiamo viso come un libro importante, capace di creare una narrazione credibile della difficoltà di crescere di un bambino: è Emilia Mirabilia, di Ludovic Flamant e Emmanuelle Houdart, Logos. Un illustrato che continua ad affermare ad alta voce la necessità di libri illustrati anche per i più grandi, dove la Houdart fonde il suo immaginario personale con l’esigenza di rivolgersi ad un pubblico bambino. Testo e illustrazione si rivolgono in modo profondamente onesto al loro lettore andando a declinare topoi dell’immaginario infantile in maniera originale e non banale, con una  grande sintesi ed empatia.
 

Tre marmellate, e si, per questa volta tre storie al femminile, tre storie di donne forti, tre storie di donne che si stimano anche quando non vengono stimate, o che si scoprono, ma soprattutto che escono dal buio, ed in un mondo che le lascia affogare nel buio, queste sono tre storie per tutti, al femminile ma non per femmine. Storie che conserviamo appunto, per darle oggi, ai cittadini di oggi, sperando che siano adulti migliori un domani. 

Con queste parole presentiamo questo autunno su Andersen, ora a voi, curiosate nella nostra dispensa..


domenica 10 luglio 2016

Estate? Due numeri di consigli da leggere e gustare.

Estate, siete pronti a gustare questi libri gelati da provare?
Immaginate, siete davanti al bancone, qui e sfogliando queste pagine potrete assaggiare un sacco di gusti diversi, di quelli che hanno il calore caldo di un sapore conosciuto, cose che conosci fin da piccolino, o gusti nuovi, esotici, speziati, che portano il brio e il piccante della fretta di crescere, o quellida gustare, come si gusta un libro di studio, magari sì, che parla di libri.
Due Palline per favore.
Pardon, due libri.
O anche tre, in fondo è estate, e come diceva Pennac "il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere."


Ancora?

e ancora?

e ancora?
Ancoratevi qui, per partire per lunghi viaggi, come coi marinai delle poesie di Chiara Carminati, non ve la ricordate?
fra qualche giorno ve la racconto... intanto, eccovi un mare di libri....



mercoledì 18 maggio 2016

Maggio, fra luci, buio, mari, pirati e pifferai...

Maggio è un mese di piena primavera, quella primavera di prati caldi che si preparano all'estate. Maggio è matto quest'anno , di piogge e arcobaleni vestito, di freddi improvvisi a calde giornate. 
Maggio varia, di premi fra Andersen, Bancarellino e mille altri belli, fra Saloni e fiere e festival, fra libri e libri e libri, e forse ha sbirciato tutti questi libri così diversi fra loro.
 Forse ha spiato tutte queste storie di mare e pirati, di luci e giochi, e nascondini, di amicizie straordinarie fra maghi e re, di libri di natura da scoprire, di estati annunciate. 
Forse, o  forse no, ma potete sempre farlo voi, come se vi faceste guidare da... un pifferaio ;)


Aprile-le-le

Ci sono case in cui entrare è vivere e esplorare l'aria della persona stessa, ci sono vite nuove da accogliere o da accompagnare, ci sono Mille cose, ci sono Verità da scoprire, 
Ci sono libri in questo aprile, da leggere. Non da leggere perchè sospesi, ma da leggere, senza imperativo ma anche un po' sì, perchè è un imperativo con la corona storta, un po' buffo, ma che vi dice "prova, merita davvero!"





domenica 6 marzo 2016

Marzo pazzerello, ogni giorno un libro bello

Con gli occhi di Melody, con le parole belle del professore di Un pesce sull'albero, con l'allegria di un Marzo che fa neve e cieli azzurri.
E pesci, fra alberi, capelli, pensieri.
Aspettiamo primavera, a voi le storie, pronte a sbocciare come fiori.


lunedì 29 febbraio 2016

Di amore, di sesso, di un prima e di un After (dopo).

Poco tempo fa, sul bel blog di Libri Calzelunghe Angela Catrani, che fra le mille cose è parte anche di questo nostro gruppo di lavoro di librai, apriva un ragionamento sull'erotismo nella lettaratura per adolescenti, a partire dalle sue letture di ragazza, partendo da come ci  sia "ancora un fortissimo tabù riguardo alla sessualità nei libri per ragazzi. È raro trovare un libro che parli onestamente e con passione di quello che succede nell’immaginario di un adolescente. "
Piacerebbe  pensare che possano dire che l'amore li attende, ma spesso l'amore, il sesso, l'incontro sono il fiorire di dubbi a cui si cerca risposta, perché modi di questo parlare onesto rivendicato da Angela sono ancora rari. 

Nell'ultimo anno abbiamo assistito a un fiorire di una letteratura nata su supporti gratuiti e non controllati dal mondo adulto come Wattpad che ha poi fatto accorgere gli editori di una nuova fiorente nicchia tematica, il romanzo che introduce l'esperienza sessuale come chiave della tensione narrativa. After e i suoi emuli meritano ragionamenti non per l'opera di per sé ma per tutto quello che porta con sé e che fotografa del nostro mondo di narrazioni e interazioni sociali.
Ne abbiamo parlato concentrati, analisi serie al rapporto fra narrazione, accadimenti, scrittura tanto piana da essere paragonabile a narrativa adulta di non grande spessore.
Ne abbiamo parlato nel confronto coi libri che in questi anni, nel mondo adulto o adolescente hanno fatto parlare di loro, dai 100 colpi di spazzola agli amori fisici, eterni e senza un domani ma metaforicamente presenti in questa lista dei possibili come Twilight, dalle varie e svariate Sfumature di erotismo bdsm che mietono curiosità e visualizzazioni  in chi ha scoperto solo in questo caso un lato di rapporti, ruoli e usi ben diverso da quello che in campo bdsm chiamerebbero il vanilla, il sesso convenzionale, sino alle letterarie confidenze de La vita sessuale di Catherine Millet . Siamo lontani dalle scritture alte de Le età di Lulù, opera che rese famosa una straordinaria scrittrice come Almudena Grandes, o dagli abissi di Histoire d'O.



Siamo lontani da una conoscenza reale del femminile o del maschile come accadeva a chi ha avuto in mano Noi e il nostro corpo o a chi oggi ha per le mani libri importati come Il mio corpo. Body drama di Giunti o Make Love di Ippocampo.

E allo stesso tempo lontani dal buffo approcciarsi al sesso orale di Cercando Alaska di Green o il modo limpido di conoscere se stesse, mai scontato, di Questo è tutto di Chambers, scrittori pieni, capaci di documentarsi (Chambers con testi scientifici sulla sessualità femminile) e di rendere senza malizia uno sguardo.
Ne abbiamo parlato con il sorriso, noi donne e uomini adulti, per la quantità di ansimare e gridolini che infarciscono questi quattro libri della Todd e le loro copie. Sorridendo anche per l'urgenza del toccarsi sempre descritta seria nel suo essere ardente, mai ridente, mai buffa, priva dei giochi sorridenti della pelle.
Ne abbiamo parlato con la preoccupazione di cosa significasse la scelta di tenere in libreria libri che raccontassero queste dinamiche, ma non ha senso parlare per sentito dire, vanno letti. Quali sono le dinamiche quindi? Un sottile costruire un castello in equilibrio fra sentimento e menzogna per vincere una scommessa? L'ennesima mercificazione anche se in un giro di pochi consenzienti e di una inconsapevole di un corpo? Un gioco di potere continuo basato sul desiderio?
Forse, ma non solo. Forse se ci fossimo fermati al primo libro. Quello che ne viene fuori invece nell'architettura di After è molto diverso. La semplicità del linguaggio è chiara, le dinamiche universitarie sono facilmente ascrivibili a un gruppo di sedicenni, eppure il suo lettore medio dal principio è cambiato. Se in principio chi lo cercava è stato un target orfano di Sfumature, dal voyeristico piacere di leggere ancora delle stesse dinamiche, un pubblico di lettori fra i venti e i quaranta tanto per intenderci, abbiamo visto un velocissima picchiata verso la fascia dei giovanissimi. Non sedicenni quindi ma lettori e lettrici delle scuola media inferiore, dodicenni affascinate e curiose. Parliamoci chiaro, fra le righe Ann Todd infarcisce di una quantità di informazioni e di racconti didascalici sul sesso che viene da pensare che sia preferibile alla maggior parte dei giornaletti che per vendere hanno sempre riempito la testa delle adolescenti di finte lettere dai contenuti assurdi e inesatti. Ma oltre a questo? Le dinamiche sono nuovamente di dipendenza. In questo torniamo sulle Sfumature, la dipendenza non è certo un contratto ma vi si avvicina, e la cosa che in modo fortissimo lo contraddistingue è il mutare di questa dipendenza non l'annullarsi di essa con la maturazione del rapporto. Nel primo libro un lui forte scommette di riuscire a sedurre una lei sprovveduta, cerca le prove da dare agli amici, tradisce la fiducia, offende il cuore, eppure... eppure mano a mano che la seduzione prosegue il rapporto di forza si rivolta, e lei, che in parte lo ha costretto a scoprirsi per sedurla, diviene qualcosa di cui non può più fare a meno. Perché ha visto il suo abisso, perché ha teso la mano dove nessuno si arrischiava da molto, perché ha dato parte di sé. E il rapporto si rivolta, lui diviene dipendente, impazzisce nel cercare di governare sé stesso, il piano cambia e non è più una fame fisica ma un bisogno di essere guardato, riconosciuto a muovere il rapporto. E a creare una nuova dipendenza, dove l'assenza macina fantasmi, dove il bisogno di controllo ritorna, dove una generazione sempre connessa al minimo accenno di un off line dei pensieri impazzisce. After ha un dopo, come il suo titolo, enorme, ha continuamente un mettere prima e mettere dopo l'altro, ricordandosi solo a tratti della generosità gratuita dell'amore
After e i suoi emuli colpiscono per questo costruirsi e basarsi su continue messe alla prova e insicurezze del rapporto, su continui giochi di potere, come se fossero lo specchio di quello che una generazione di adolescenti intravede negli adulti di oggi, commedie da cassetta e telefilm dove la realtà e sempre in bilico fra spinte individualiste e rapporto a due, dove la fiducia e la costruzione del rapporto si incrinano continuamente su paure del dichiarare e dell'esporsi, siano in uno studio legale, in una ridente località da miliardari o in una corsia ospedaliera.
Il dubbio che rimane non è sulla descrizione dettagliata dell'incontro e dei possibili declinarsi dell'esplorazione sessuale, l'erotismo esiste nella vita di chi scopre il proprio corpo cambiare e si pone di fronte a dei pensieri e a delle fantasie, e prova ne è che con le giuste risposte anche questo cambia,  basta guardare all'innalzamento dell'età media del primo rapporto in quei paesi che garantiscono a scuola una seria educazione sessuale come la Svezia. Quello che viene da chiedersi è se questo erotismo che si associa a una dipendenza psicologica sia il modo di raccontare l'amore che vogliamo. Certo non racconteremo di principi azzurri o principessine inamidate, certo non possiamo chiudere gli occhi se la generazione dei nuovi adulti sta replicando spesso queste modalità di rapporti fatti di giochi di presenze e di assenze, di incapacità di fiducia totale, di blocchi statici nel dichiarare sentimenti che se detti esistono e fanno paura, certo non possiamo essere ipocriti o le risposte continueranno a essere cercate su youporn e la letteratura di questo tipo su wattpad.
Forse l'unico passo è quello che ogni dipendenza letteraria ci ha insegnato, posso darti After, e insieme anche Ciao, tu e insegnarti la cura della parola, Terrestre, e insegnarti il potere di sentire le emozioni, Colpa delle stelle e portarti dentro un amore infinito nell'attimo, o un amore paziente come in Pink Lady, o che finisce e tradisce e ti fa svegliare ancora intera come Perchè ci siamo lasciati, inventario di un amore.
Ma non c'è solo l'amore, i rapporti di forza, specie sul femminile sono continui. Pochi giorni fa ho sentito ad un tavolo cinque uomini anziani, più che benestanti, che hanno occupato alti ruoli, discorrere sulla facilità di una donna della loro generazione a far carriera se solo ancheggiava e divenire una subrette. Le loro mogli sono rimaste mogli, col matrimonio hanno dato a loro il ruolo di imprenditori di aziende che magari erano della famiglia di lei, e con la nascita dei figli sono state relegate al focolare domestico. Ma davanti a un bicchiere uomini di comprovata cultura sorridono dicendo che per una donna è facile far carriera.
Posso consigliarti qualcosa che parli di un amore pulito certo,  e prima di tutto consigliarti storie che dicano ad alta voce la bellezza di essere te stessa, che aiutino a imparare la difficile arte del volersi bene, che ti mostrino la bellezza del tuo corpo per qualcuno che lo ama, non perché divenga l'oggetto di scambio. Storie che ti facciano dire ad alta voce Voglio essere... e permettere di costruirti tenendo fede a te stessa, un qualcosa di reale, non la storia che ti racconti.
Allora poi certo, davanti all'amore o all'intesa sessuale saprai dire i tuoi si e i tuoi no con la tua voce.

“Se un tizio comincia a raccontarmi qualcosa e mi convince, resto con lui anche se il suo libro ha cinquecento pagine. Quando leggi, qualcuno è lì con te a raccontarti delle cose. E se quel qualcuno ci sa fare, o almeno si impegna, lo ascolti. Non ho bisogno che mi raccontino cose dell’altro mondo. Nascere, morire, la rabbia, le cose belle, le cazzate di questo mondo sono sufficienti"
Voglio essere punk, Belén Gopegui , Atmosphere Libri




v.s.

mercoledì 17 febbraio 2016

La letteratura per l'infanzia è...



La letteratura per l'infanzia è letteratura.

Una frase che è manifesto di un intendere, di un voler andare avanti a pensare dignità e altezza culturale per i cittadini di domani.

Materiali da scaricare o richiedere e diffondere nel mondo.
Un progetto che nasce da Il libro con gli stivali, una delle librerie fondatrici di questo Coordinamento, la cui attenzione all'infanzia e alla sua altezza come direbbe Korczak, sono punto saldo di bellezza.

Allegro e discreto, efficace, grazie anche al bel lavoro grafico di Lucio Schiavon. Curiosi?

Spiate nel sito, queste le motivazioni:

"

SAPPIAMO DEFINIRE COSA SIA LA LETTERATURA PER RAGAZZI?
PERCHÉ COSÌ TANTI ESPERTI CONSIGLIANO DI LEGGERE AI BAMBINI SIN DALLA PIÙ TENERA ETÀ?
COME È POSSIBILE VALUTARE UN BUON LIBRO PER RAGAZZI?
È VERO CHE UN BAMBINO O UN RAGAZZO È BENE CHE LEGGA QUALUNQUE COSA PURCHÉ LEGGA?

A queste e a molte altre domande sono state date risposte puntuali e argomentate, rimaste però per lo più a uso degli addetti ai lavori.
Abbiamo quindi pensato fosse necessario uno sforzo ulteriore per avvicinare a tutti il pensiero di chi, nella pratica quotidiana a contatto con genitori e ragazzi, seleziona e propone libri e letture: abbiamo chiesto a librai, autori ed editori di esprimere con frasi brevi e linguaggio chiaro le proprie convinzioni e principi riguardo alla letteratura per l’infanzia, in modo da offrire a tutti un punto di vista fuori dagli stereotipi e dagli schemi più triti."


e adesso? andate a scaricarli, a guardarli, chiamate per chiederli. Contagiate il mondo. Fomentate pensieri e ragionamenti che guardino nelle molte sfumature di questi colori. 
E magari mandate anche la vostra frase. La letteratura per l'infanzia è... di tutti noi.

venerdì 12 febbraio 2016

Continuare a fiorire

C'è un tempo per tutti, un tempo per far si che il sole ritorni, si propaghi a scaldare una terra che, seppure per poco si era fatta fredda.
Così è per i cuori.
Ma le storie, si sa, tornano a farti fiorire come concime buono sulla terra calda.
E quindi eccovi un regalo di storie , il nostro Librai, ragazzi e libri di febbraio.


venerdì 15 gennaio 2016

Fiorire in gennaio.

E' così. Rileggendo le cose scritte in questi giorni forse capirete qualcosa di più delle parole che erano state scelte. 
Quello da qui voleva essere un abbraccio per chi piano piano sapeva, e una coccola per chi avrebbe poi saputo, quel qualcosa che senza saperlo preparasse se vi fosse stato un qualcosa a cui prepararsi.
C'è il tempo del ricordo. Il nostro è intimo, diverso per ognuno. Nasconderò anche qui cose piccole, indizi che forse solo tu potrai capire, una dose di reale e tre di magia.
Me lo hai insegnato, io le risposte le cerco nei nostri libri. Mi sono imbattuta in una frase di Winnie Pooh che diceva “Se tu vivessi fino a cent’anni, vorrei vivere fino a cento meno uno così non dovrei mai vivere senza di te.” Scuoto la testa al caso , per te avrebbe dovuto andare qualche pagina avanti, alla riga dove dice “Quanto sono fortunato ad avere qualcosa che rende difficile dire arrivederci.”

Chi capita nelle nostre pagine sa benissimo chi era Gianna, sorridente e ostinata, ironica e dalla memoria elefantesca, . Terribilmente e splendidamente Viva. 
Quando pochi giorni fa avevo scelto la poesia di Silvia Vecchini era perché le sue scale nella notte, nella mia testa, erano le scale della libreria il lunedì, ed erano le scale di Montale. Mentre inanellavo pensieri e parole non sapevo cosa stava accadendo lontano. 
Scelsi altre parole di aria per preparare al silenzio. 

Siamo tutti qui Gianna, testardi quanto te, quanto voi, che da testardi incoscienti avete aperto e che ci avete detto poi di non farlo, e sorridevate complici a scoprirci testardi andare avanti, ribelli persino a voi.

Cosa bella, quei gradini di cui parla Montale sono tornati nei pensieri di molti di noi, quelli che ogni mese si ritrovano a tessere questa coperta di storie iniziata da Gianna e Roberto. 
Pochi sanno che in una casa milanese ora silenziosa quella poesia ha, o almeno aveva alcuni anni fa, un segnalibro a tenerla a portata di mano, se non lo troveranno forse vorrà dire che sarà scivolato a mettere il segno a distanza in altre copie nelle nostre mani:




Grazie Gianna, dei tuoi occhi limpidi, 
di averci insegnato a guardare, 
della coperta che ci hai dato per scaldarci dal freddo di inverni come questo. 
Tu sorridi, lo sappiamo, come Proserpina già pensi che un inverno porta il fiorire dei crochi. 
Nei boschi del Friuli una volta mi hai detto che quei crochi fiorivano, inconsapevoli del terremoto che aveva provato a distruggerli, quarant'anni fa, un modo per raccontarmi la differenza con gli uomini, e che il vostro scegliere di sposarvi lì era per essere un po' come i crochi, far primavera in quello che era un inverno delle vite.

Non tutti i bambini di domani sapranno che se siamo lì ad incontrarli vostro è il merito, ma fioriranno di storie così come hanno imparato a camminare, è una promessa.
Come noi abbiamo imparato standovi accanto. 
Scendendo le scale.
Vivendovi. 
Una fortuna invidiabile la nostra. 





mercoledì 13 gennaio 2016

A quest'ora della notte... di silenzi e discese nella miniera della notte

A quest'ora della notte il mondo è addormentato. 
I librai spesso sono svegli, ironia di un lavoro che ti concede di incontrare le storie spesso solo a tarda notte.

In questo attimo ovattato che una volta Dahl chiamò l'ora delle Ombre mi fermo a gustare la notte e il suo esistere, 

a quanti fanno notte del giorno, 
a chi è sceso nella miniera della notte. 

Rubo le parole per nominare a Silvia Vecchini, perché d'altronde erano Poesie della notte, del giorno e di ogni cosa intorno (Topipittori), accompagnate dalle tavole di Marina Marcolin:

Sono a letto.
È scuro fuori, in casa tutto spento:
scendo con l’ascensore lento
nella miniera di carbone della notte.
Mi addormento. Voglio andare
giù piuttosto che salire,
dondolare come una moneta
nell’acqua della fontana
finire in fondo,
scendere le scale che ho dentro
e perdermi un poco se è profondo




Di qui a poco i miei pensieri andranno a quella che un giorno Silvia Vecchini in un bellissimo albo ha chiamato La mia invenzione, illustrazioni di Maria Giron, edizioni Corsare. 
Il silenzio. 
Invenzione, a volte conquista, altre terreno di rabbie più o meno sopite, di dubbi o di bellezza, uno spazio abitato destinato a incontri, densi di non detto o socchiusi su serenità di chi è capace di comprendersi con uno sguardo. 


Quello dei fiori, addormentati e chiusi in attesa. Cantati da voci, mescolati nei profumi. Densi di vita, di passione, di esistenza, pur sapendo che la loro sarà breve, il tempo di una stagione, ma cullati dalla bellezza.




Ci sono silenzi densi, abitati appunto, enormi. Il silenzio del mare direbbe Vercors, capace di inghiottire barche e vite ed essere ancora meraviglioso.
 E silenzi rari, unici, sottili.  Fatti della stoffa del vento e della memoria, fatti del suono di un respiro o della sua assenza. Quei silenzi che significhiamo di ricordi. Il silenzio del cappello di Granpa' (Camelozampa) che scivola sulle acque del lago, un silenzio fatto di presenza, il silenzio del nonno de L'Africa, piccolo Chaka (Ippocampo), fatto di rumore in realtà, fatto del suono del vento fra le foglie. Due silenzi che mi hanno sempre riportato a un pezzo di Tiziano Terzani

E ricordati, io ci sarò. Ci sarò nell'aria. Allora ogni tanto, se mi vuoi parlare, mettiti da parte, chiudi gli occhi e cercami. Ci si parla. Ma non nel linguaggio delle parole. Nel silenzio.

C'è il silenzio leggero di una sorta di passo in punta di piedi in queste parole spiate da altre vite. C'è un silenzio di discrezione, come quando fra le righe nascondi parole che possano essere di cura per chi legge, trovate in tasca come un segreto, come quando ti trovi a spiare una creatura muoversi nella neve, il silenzio perfetto della forma e del colore, o un gigante infilare una tromba e soffiare qualcosa senza emettere alcun suono nella vostra stanza. E così all'ora delle Ombre spero ancora che ci sia qualche GGG che soffi sogni nei vostri sonni.
Qualche amico insonne sarà forse sveglio a scrivere, lei che normalmente è sveglia, giusto per far la solita bastian contrario, ora è addormentata. 
Serve qualcosa che accompagni, 
qualcosa 
per dire, in ogni istante, sogni belli.
Per oggi, e ogni domani.


v.s.

domenica 10 gennaio 2016

Attese e stelle, granate e lettrici


Avete mai guardato questi cieli di inverno? Uno di quei cieli i cui le stelle sono così limpide da entrarti negli occhi? Avresti voglia di tornare a casa e tuffarti nei mille significati che gli uomini sono arrivati a dargli. ( Puoi sempre decidere di farti una cioccolata calda, a casa, al caldo, e aprire un libro come Storie dalle stelle,  di Susanna Hislop, Ippocampo, dove le stelle ti vengono raccontate in un incrocio fra scienza e mito, e perderti fra numeri e parole.).
Poi passa una stella cometa di quelle invernali, vive, veloci, bianche come una scintilla, forse sarai così veloce da esprimere un desiderio, e passerai il tempo successivo in quella magica attesa di tempo sospeso che tu gli hai dato. Un tempo di attesa è capitato a tutti, quando aspetti un momento o una risposta, che sia qualcosa che chiamerai buona o cattiva notizia il tempo dell'attesa è qualcosa di diverso, scorre in modo diverso. 
E' quel tempo che ti fa guardare dentro e cercare risposte che forse non potrai mai avere, puoi essere un bambino in attesa di un giorno speciale, come Natale, e capitarti quel piccolo dubbio atroce che magari possa non passare l'essere magico di cui ti hanno raccontato, puoi essere adolescente o adulto innamorato che guarda il telefono in attesa di un segnale, può capitare di rimanere a pensare ed aspettare una decisione, una notizia incerta, o essere in attesa di quella idea giusta per cominciare qualcosa di nuovo.

Avevamo chiuso l'anno con un numero di Librai ragazzi e libri che parlava tanto di attese, con il ritorno di Io aspetto ( e per chi mastica il francese e il digitale sapete che ne esiste la App? ) e eccoci a riaprire l'anno nuovo, ognuno con le proprie attese.
Poco prima di Natale mi è capitato uno di quei momenti magici, in cui parli di libri con qualcuno, e quel qualcuno, un gruppo di ragazze sui sedici anni piene di vita, hanno iniziato una accesa discussione sul senso di raccontare con linguaggi diversi, su cosa tieni e cosa lasci. A proposito di cieli, a proposito di attese, la discussione è andata su Colpa delle stelle, un film e un libro di cui tutti hanno parlato, sempre e solo concentrandosi sulle difficoltà, proprie di ognuno, di fare i conti con la malattia. 
Anna mi guarda con gli occhi verdi e vivi, le guance rosse quasi arrabbiate, mi dice quello che mi spingerà a darle ragione, ad andare a vedere io stessa il film. Mancano le attese, le pause, i tempi lunghi e sospesi, quelli dell'amore che nasce e quelli del distacco. Manca il tempo di quell'attesa che hai quando aspetti che una persona si svegli, quando non sai se uscirà fuori da quella sala di ospedale. Manca l'attesa perché anche quando stanno ad aspettare chi scriverà per primo è tutto raccontato troppo veloce. Capisco, penso alle attese personali di questi giorni, notizie, sensazioni, amiche ben più grandi di quelle ragazzine alle prese con le stesse attese telefoniche, più smaliziate forse ma con le stesse bellissime farfalle allo stomaco di una quindicenne. 
Manca che mi dia il tempo di entrarci dentro aggiunge E. , ed ha ragione. Nel libro divieni lei o lui, persino i genitori, costruisci quella che nei corsi chiamerei l'empatia, qui divieni lo spettatore. 
E poi è troppo veloce tutta la questione della granata. aggiunge M. tirandosi indietro il ciuffo di capelli rossi, e se non dai il giusto spazio a quella perdi il senso.
A casa giorni fa mi sono ritagliata quel tempo giusto. M. ha ragione. La questione granata nel senso del vivere è fondamentale. E' una forma di risposta. Quanto rischi di te.. quanto sei disposto a dare. Puoi conoscere qualcuno che è una granata come lei, la protagonista, e scoprire che il mondo può riservarti uno scoppio diverso, cambiare le carte, scombinare tutto da un momento all'altro. La granata ha la voglia di vivere dentro però, ha un anello di resistenza, e se non mettono la questione della granata che in pochi secondi di film, allora si che stanno raccontando solo una storia di malattia.
In rete ci sono centinaia e centinaia di pagine di questo libro fotografate, di parole riscritte, di pensieri rimbalzati, eppure quello che permane è la vita. Guardi M. e il suo ciuffo e sorridi

E' il dieci gennaio, sulla finestra, a fianco alla libreria c'è una coccinella. 
Sa benissimo che fuori è freddo, eppure ora è posata sulla mia rosa di natale.
Più o meno quello che fa una granata quando decide di continuare a stare nel mondo. 
Sorriderà, e farà meno sconti alle ipocrisie del mondo intorno, perché è innamorata della vita vera.
Quante granate avete conosciuto? Ne abbiamo incontrate di straordinarie, splendenti, granate capaci di intraprendere viaggi sui passi di Robinson Crusoe dichiarando al mondo di essere vive o di cucire coperte di stelle. 
Ecco, quelle granate che sono nelle nostre vite, quelle sono a volte le nostre stelle comete. Ci sono persone che può esservi capitato di incontrare di sguincio, ma la cui risata, l'occhio vivo, rimane dentro, e così anche quando sei in attesa a guardare dove finirà il suo volo lo sai, ci sono davvero delle Stargirl, come direbbe Spinelli. Eppure quando chiedevi a Spinelli chi fosse la sua Stargirl, rispondeva sua moglie. Non qualcuno passato in modo fugace nella sua vita, ma qualcuno che ogni giorno gli faceva brillare gli occhi. Ho conosciuto solo due uomini che mi diedero la stessa risposta: uno era un calzolaio-pescatore veneziano, che mi ha dato forse la vera idea dell'amore, l'altro è l'uomo che mi ha insegnato il pensiero più alto rispetto al lavoro di libraia, ma più in generale rispetto al bambino, e teneva la foto di una bambina, nel portafoglio, divenuta poi una giovane donna conosciuta in viaggio in Mongolia. Due saggi, capaci di vedere davvero le stelle vicino a loro, e tenerle strette. 
Ode alle stelle e a chi è capace di guardarle e tenerle accanto, e alle granate, che scoppiano o che resistono. 
E alle giovani donne come queste che da un libro o da un film riflettono sulla vita, e si arrabbiano, e parteggiano e sorridono con le chiome di stelle come Berenice.
Se andate a vedere le trovate le stelle della chioma di Berenice, fra la costellazione del Leone e Arturo, sono tre , come le mie tre lettrici, ma sono anche un ammasso di stelle doppie e a variabili, come i ricci di M. 
e io qui?
Io aspetto, nell'attesa che la coccinella si risvegli. 
E se vi sembra un messaggio da Radio Londra forse un po' lo è, ma siamo una genia di librai partigiani, e ci sono parole segrete anche per le nostre attese.
Buona attesa della notte ai vostri occhi per vedere le stelle, e buone stelle-attese ai vostri pensieri.

v.s.