Mi piace immaginare che, a volte, quando chiudiamo alla sera le saracinesche, tutte quelle pagine rimangano ad approfittare di quel nuovo silenzio, e magari, ognuno col suo carattere preciso, dato da inchiostro, formato, illustrazione, rilegatura, si ritrovino a gruppetti o due a due. Magari perchè quel giorno sono usciti insieme dei loro omonimi o perchè sono stati entrambi scartati da una scelta frettolosa che ha preferito qualcuno diverso da loro.
Questa sera avrei voluto lasciarne già vicini due, come si lasciano vicini un adulto e un bambino, in una dimensione in cui, se funziona, non si vuole disturbare la magia di un incontro. Quei due libri vicini mi ricordavano il ragazzino e il signore di Monsieur Ibrahim e i fiori del corano. Gli occhi che parlano anche in silenzio, l'intesa tacita di chi chiede e prova e chi molto ha visto e racconta.
I due libri che avrei voluto lasciare vicini (giorni fa mi è accaduto con Pezzettino di Lionni e una raccolta di poesie tedesche) sono due piccole perle per il contenuto e la grafica, ma soprattutto per l'altezza del tema trattato: la dignità dell'uomo ed il suo rapporto con il lavoro.
L'occhio bambino è quello di Al lavoro!, che troverete anche nel bollettino di questo mese, edito da Coccole Books. Un libro in cui il testo di Anselmo Roveda e le illustrazioni di Sara Ninfali ci regalano una riflessione acuta con occhi di bambino sull'importanza di fare un lavoro gratificante, su quanto valga il lavoro nella vita di una persona, su come sia cambiato il lavoro, tutto questo attraverso gli occhi bambini di Anselmo e allo stesso tempo una straordinaria ricchezza di riferimenti nelle tavole dell'illustratrice. Al lavoro! ci appare come una sorta di storia sociale del lavoro, dove una narrazione divulgativa e surreale al contempo è lasciata alle illustrazioni, mentre il testo è netto e preciso come lo è una domanda che chiede all'adulto una verità, spesso preda di fatalismi e condizionamenti.
L'occhio adulto è annunciato invece da un ritorno in commercio delle Edizioni di Comunità, che rinascono questo mese dopo molto silenzio. Ed il primo volume è Ai lavoratori, sono due discorsi del fondatore di questa casa editrice, Adriano Olivetti, che ancor oggi vibrano di forza e di grande innovazione. Primo di una collana chiamata Humana Civilitas, che conterrà cinque piccoli volumi (dal costo leggero, sei euro) dedicati ai discorsi di Olivetti e introdotti da grandi personalità del panorama culturale italiano, una grafica semplice e misurata per far risultare al centro le parole, non a caso chi ne cura il progetto è Beccogiallo Lab.
Parole che vibrano ancor oggi, che partono da questa riflessione iniziale che si annuncia efficace in copertina: “Può l’industria darsi dei fini? Si trovano questi soltanto nell’indice
dei profitti? Non vi è al di là del ritmo apparente qualcosa di più
affascinante, una destinazione, una vocazione anche nella vita di una
fabbrica?”
"Affinché la persona sia libera e riesca a possedere un valore spirituale
assoluto, più importante e infinitamente più alto di ogni valore
dell’ordine economico e politico, occorre che lo Stato esista per l’uomo
e non già l’uomo per lo Stato".
Ecco, per combattere il grigio di questi giorni, dove per taluni il problema è se rendere obbligatorie le gomme da neve e togliere le catene, dove molti non si accorgono delle catene che hanno messo ai sogni, alla vita, alla quotidianità del vivere civile questi, con le loro voci diverse, sono libri da ascoltare. Anche a costo di origliare i loro discorsi da una fessura nella serranda.
Per chi vive in una Repubblica fondata sul lavoro, e ancora vuole domandarsi quale valore di libertà possa avere tutto questo. Per svegliarci un pochino dal torpore. Per ricomiciare a domandarci cosa vogliamo essere. Per non dare per scontata la bellezza e la forza che si racchiudono in qualcosa che in fondo si svela nel Fare, nell'Essere e nel Divenire.
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